Incipit de "Io e Clara...e le altre."

06.02.2011 20:12

 

  

 

IO E CLARA

 

<<Buon giorno!>> mi gridò come al solito la vicina. In tanti mesi di buona convivenza non aveva mai saltato un giorno..."urlare" il suo buongiorno era ormai un rito.

Mi trascinai fuori dal mio giaciglio e mi costrinsi alle pulizie personali, erano due giorni che non lo facevo, perchè l'acqua era fredda per via di un tubo rotto.

Ciabattando fino alle toilette dovetti fare la fila, guardai l'orologio sulla parete..le 8.

È si, era il volo da Milano, possibile che la gente non tenesse la pipì almeno un'ora?Cavolo! Io la tenevo tutta la notte!

<<Vabbè, aspettiamo!>> mi dissi.       

Mi misi in un angolo, in attesa, ad osservare le donne che mi precedevano..almeno quanto loro osservavano me.

Incrociai lo sguardo irritato di una vecchia zitella che, in quanto vecchia pensava d'aver diritto a passare avanti e con un sorriso cinico non riuscii a trattenere i miei pensieri: <<dovremmo metterci i pannoloni ai primi accenni di capelli bianchi, così non daremmo impiccio neanche nei bagni pubblici!>>

La signora fece spallucce come a voler sottolineare la sua più giovane età. Il resto della coda si concluse in silenzio! Arrivato il mio turno, m'intrufolai nel bagno e mi diedi una bella strigliata, (chissà che non sia oggi il giorno giusto) pensai.

Ne uscii linda come una signora appena fuori da una beauty farm. Mi diressi verso le partenze, adoravo l'alzarsi in volo di quei bestioni, sembravano giocattoli lassù e giganteschi uccelli quaggiù! Decollando insieme a loro, ripercorsi con la mente i momenti che mi avevano portata davanti alle partenze! Mia figlia,una testa calda sin dall'adolescenza, una tutta tatuaggi, piercing, fumo e sesso mi aveva chiamata annunciandomi: <<mamma.. mi sono sposata ed ho un figlio!>> ..Ricordando le sere in cui rientrava ubriaca con un nuovo ragazzo e un nuovo tatuaggio o le sere in cui l'avevo ritirata in qualche questura o la volta in cui l'avevo accompagnata ad abortire..faticavo ad immaginarmela..comunque dissi: <<sono felice tesoro..tanto felice!>> ci credetti. Intanto Claudia continuava a parlare e in quella valanga di parole mi era parso pure di sentire il nome di lui: Hans. La prima volta che mia figlia dava un nome ad un volto.

<<Mamma ti veniamo a prendere! Starai con noi, con nostro figlio! Ti va eh ma'? Ho bisogno di te, sai col lavoro!>>sentendo quella frase non capii più niente..i pensieri velocemente si accavallavano..<<Claudia..un figlio,un marito il lavoro? Tutto ok.. Ha bisogno di me!>>

Pochi accordi e tutta la mia vita che cambia, disdico l'affitto, luce, gas e telefono..ritiro tutto in lavanderia e uso il servizio "seguimi" alla posta. Parlo e parlo con tutti di mia figlia che sta in Germania e che c'ha una famiglia che mi viene a prendere. Incontro, volutamente, la vicina antipatica per sottolinearle che pure IO c'ho una figlia che mi cerca e in quel momento è la mia rivincita! Il mio dirle <<io per lei ci sono! Ha bisogno di me! Sono la sua mamma, ha,finalmente, messo la testa a posto!>> E con fare arcigno le vomito addosso anni di umiliazioni subite, dai malcelati sorrisetti ironici, alle chiacchiere sparse qua e la come se si parlasse dell'ultima telenovela o, ancora,agli occhi nascosti nello spioncino a godere di quella figlia disgraziata per fortuna non sua. In 30 minuti avevo riscattato una vita! E che soddisfazione quando se n'era andata e l'avevo lasciata li...a bocca aperta con le buste della spesa cadute dalla sorpresa! Mi chiamò ancora, Claudia, mi fece stare al telefono ad ascoltare i gorgoglii del mio nipotino e mi fece sognare!

Appuntamento all'aeroporto. Sarebbero stati un solo giorno a Roma e poi via tutti e quattro, avevo organizzato tutto, i miei ultimi residui di pensione li avevo usati per i biglietti e per l'ultima giornata romana. Finalmente arrivò la mattina che doveva essere la svolta della mia vita. Non avevo praticamente mai dormito, a girarmi nel letto come un supplì, avevo infine deciso di uscire dalla "friggitrice", di far colazione fuori e di andare all'aeroporto! <<Eccomi qui>> mi dissi <<un po in anticipo, ma ok posso riordinare le idee..dunque l'aereo dovrebbe arrivare per le 11>

In quelle due ore spulciai tutti i negozi del duty free e feci una corsa al gate quando mi accorsi che era ora.. l'aereo portava mezz'ora di ritardo..conoscendo uno dei passeggeri c'avrei scommesso che fosse colpa di Claudia! Eccolo! Tremavo come una foglia, ma passai in rassegna tutte le famigliole che uscivano dalle porte scorrevoli...erano anni che non vedevo Claudia..l'avrei riconosciuta?

Erano finiti. Man mano la folla in uscita s'era diradata e quando le porte si richiusero definitivamente pensai d'aver sbagliato volo. Corsi ai cartelloni col foglio degli appunti presi per telefono. Confrontai. Si era quello.

Andai agli uffici della compagnia aerea e mi feci dire se mia figlia era tra i passeggeri. Alla risposta negativa, se magari la signora Claudia Rossi non si fosse imbarcata sul volo seguente. Non c'era un volo seguente per almeno due giorni. Raccolsi la mia delusione e mi diressi al primo telefono pubblico. Avevo una scheda da 10 euro..sarebbe bastata? Composi quella serie interminabile di numeri e attesi..al 4o squillo una voce metallica mi diceva frasi incomprensibili. Rimasi in attesa del "bip" per provare a lasciare un messaggio, ma fu impossibile. Alla fine di quel codice morse cadeva la linea e alla fine mi arresi. Decisi di aspettare, ma intanto sarei dovuta restare li! E in quella sala d'attesa conobbi Clara. Una valigia di ricordi sempre al seguito e un sorriso aperto. Questa era Clara.